
Andalusia
Road Trip in Andalusia. Un itinerario di viaggio tra cultura e mare, passando per le principali città: Siviglia, Malaga e Cordoba.
1° giorno: ho preso un volo diretto a Fuerteventura. Una volta arrivata ho preso un taxi per Corralejo, ma è stato un grosso errore perché tutta la tratta costa circa 50€. Prendendo un autobus fino a Puerto del Rosario e da lì un secondo autobus fino a Corralejo, invece, avrei risparmiato un bel po’ (costo totale circa 5-6€). In entrambi in casi ci sarebbe voluta comunque circa un’ora per arrivare.
Arrivata a Corralejo mi sono diretta nel luogo di incontro prestabilito con Jack, un simpatico milanese che vive lì da oltre dieci anni, per il ritiro del van. Il van era munito di tutto il necessario e rispettava a pieno la descrizione che avevo visionato prima di partire. Inoltre, Jack è stato molto gentile da darmi alcune dritte sull’isola e mi ha consigliato varie esperienze che successivamente ho prenotato.
Preso il van e sistemate tutte le mie cose, mi sono diretta presso un supermercato lì vicino per fare la spesa per la settimana. Il bello di Fuerte è il fatto che alcune spiagge siano assolutamente isolate. Pertanto, visto che nel van troverete un frigorifero e tutto ciò che serve per la cucina, vi consiglio di attrezzarvi bene con acqua e cibo per avere modo di rimanere in questi luoghi sperduti e meravigliosi.
Da qui comincia il mio viaggio. La prima tappa è stata: Las Dunas di Corralejo. Il Parco Naturale delle Dune di Corralejo è uno dei luoghi più spettacolari dell’Isola di Fuerteventura. Qui, oltre a nuotare nell’acqua limpida, potete camminare, prendere il sole o fare un po’ di sandboarding sulle meravigliose dune che si estendono per chilometri.
Un’escursione interessante che vi consiglio è proprio quella del “Buggy sulle dune”, prenotabile su GetYourGuide. L’escursione costa abbastanza soprattutto se viaggiate da soli, ma ne varrà sicuramente la pena perché vi porteranno a visitare diversi luoghi della parte nord dell’isola. Un consiglio che vi posso dare è quello di portarvi una bandana che possa coprire naso e bocca così da non respirare tutta la sabbia che vola da un Buggy all’altro e, per le stesse ragioni, portare anche degli occhiali che possano proteggere gli occhi.
Dopo le dune mi sono diretta a Pop Corn Beach che su Google Maps vi può apparire con il nome di Playa de Bajo de la Burra. Non è la solita distesa di sabbia, ma un vero e proprio tappeto di popcorn. I piccoli fossili di alghe bianche che ricoprono gran parte della costa sembrano esattamente dei popcorn appena fatti! Se prendete un van o camper che non può andare su sterrato, dopo averlo lasciato nel parcheggio adiacente alla zona, dovrete camminare per circa 3 chilometri per raggiungere la spiaggia. Una cosa che dovete assolutamente sapere è che di questo tipo di spiaggia ce ne sono ben due. Quella che vi viene segnalata in genere è quella più vicina a Corralejo, mentre la spiaggia meno conosciuta e più facilmente raggiungibile è dal lato opposto, vicino Playa de Majanicho.
Dirigendovi leggermente a sud ecco che incontrerete Calderon Hondo, uno dei numerosi vulcani presenti a Fuerteventura e, senza dubbio, uno dei meglio conservati. Sono circa 5 chilometri di cammino piuttosto semplici. Una volta imboccato il sentiero vi troverete davanti ad un bivio. Il sentiero sulla sinistra è il più panoramico, ma è leggermente più ripido. Quello sulla destra invece è più semplice ed ampio, quindi l’ideale nel caso foste in compagnia di bambini. Una volta arrivati in cima avrete una vista quasi completa di Fuerteventura, ma potrete ammirare anche Isla de Lobos e Lanzarote.
Un’altra tappa nella zona nord è El Cotillo, un piccolo villaggio di pescatori con case bianche che sembra essere rimasto indietro nel tempo. Qui vicino troverete alcune tra le spiagge più belle di Fuerteventura tra cui Playa de la Concha con la sua sabbia bianchissima.
A questo punto avrete quasi concluso il primo giorno e potrete dirigervi verso quello che sarà il luogo dove dormirete. Io ho scelto Playa de Los lagos, un posto isolato ma tranquillo dove ho potuto ammirare un tramonto di quelli mai visti prima.
2° giorno: la Playa de Los lagos è molto aperta e soggetta al vento e così la prima notte a causa del freddo non sono riuscita a dormire molto.
Intorno alle 5 del mattino ho deciso di mettermi in cammino e raggiungere Puerto de Los Molinos, una piccola spiaggia circondata da minuscole case di pescatori.
Qui si incontrano anche una serie di spettacolari grotte, Cuevas Herminia, visibili solo con bassa marea. Il periodo migliore per entrare a visitarle è settembre con la “marea del Pino”, la marea più bassa dell’anno. Il piccolo paese El Puertito de Los Molinos conta una manciata di case bianche e un ristorantino “Casa Pon”, dove mangiare pesce fresco a modici prezzi con vista mare incredibile.
Seconda tappa della giornata: Aguas Verdes de Betancuria (o Playa de la Valle) da dove ho ammirato l’alba. Una spiaggia rocciosa molto particolare che è situata nella parte nord-ovest. Qui grazie all’erosione delle rocce dovuta al continuo infrangersi delle onde sulla costa si sono create delle vere e proprie piscine naturali dall’acqua cristallina. Il momento migliore per poter godere a pieno delle piscine è senz’altro con la bassa marea, quando l’acqua si ritira e porta alla luce questo spettacolo della natura.
Dopo questa meraviglia mi sono spostata presso Ajuy, un piccolo paese di pescatori situato sulla costa sud-ovest dell’isola. Qui troverete una delle spiagge più belle e particolari dell’isola: la spiaggia nera adiacente alle grotte di Ajuy. L’ingesso alle grotte è libero e prevede una breve camminata adatta a chiunque. Il sentiero è messo in sicurezza ed è a picco sul mare, perciò qui potrete scattare bellissime foto grazie ad una natura irresistibile. Arrivati alle grotte immergetevi nel buio di queste rocce per esplorarle a fondo e al vostro ritorno fermatevi a gustare le delizie del ristorante situato proprio sulla spiaggia.
Per questo secondo giorno, come ultima tappa, dovete dirigervi assolutamente a La Pared. Questo luogo tanto amato dai surfisti è anche adatto ad un tramonto mozzafiato. Il villaggio prende il nome dal muro che divideva i due regni di Maxorata e Jandia al tempo dei primi colonizzatori. La strada che collega Costa Calma a la Pared è una striscia di asfalto che corre diritta per qualche chilometro tra un paesaggio arido, ma pieno di fascino. Certamente uno dei percorsi on the road più belli di Fuerteventura!
3° giorno: Playa de Sotavento. In questa parte dell’isola la lingua di terra è sempre più stretta e questo vi permetterà di passare dal lato ovest al lato est in circa 15-20 minuti. Per me questa è la spiaggia paradisiaca più bella che ci sia: alte dune di sabbia e acqua trasparente che con la bassa marea forma delle piscine naturali dai colori cristallini. Ho passato ore a passeggiare lungo questa spiaggia e a febbraio grazie al sole e al caldo sono riuscita a fare un bagno, mentre gli esperti del kitesurf sfrecciavano a qualche decina di metri da me. Mi sono davvero goduta questa spiaggia rilassandomi e prendendo il sole.
Una piccola avvertenza: questa è una delle spiagge più frequentate da nudisti, quindi se decidete di andare con i bambini cercate un posto adatto.
Da Playa de Sotavento mi sono diretta a Morro Jable dove ho iniziato il tour al Parco Naturale di Jandia con la jeep, prenotato tramite GetYourGuide. Un consiglio: il tour da Morro Jable ha un costo di 59€ mentre se vi trovate a Corralejo o in un’altra zona dell’isola, vi verranno a prendere e il costo aumenterà.
Ho deciso di prenotare il tour con la jeep perché questa zona è costituita da 50 chilometri di sterrato e non essendo autorizzata ad andare su questi sentieri, mi sono mossa diversamente. Il tour prevedeva:
– visita e sosta a Playa de Barlovento, una spiaggia desertica contornata da scogliere a picco sul mare, sabbia bianca e tanto vento!
– sosta a Playa de Cofete, una spiaggia lunga circa 12 chilometri, desertica, contornata da chilometri di deserto roccioso. Insomma, la spiaggia più wild dell’isola! Qui potete trovare tanti surfisti e amanti della van life proprio come me! Vi consiglio vivamente di trascorrere una notte qui, qualora possiate raggiungerla con il vostro van.
– faro de Jandia, dove la lingua di terra che costituisce l’isola è talmente stretta che nello stesso luogo potete ammirare alba e tramonto, inoltre potete passare dal lato ovest al lato est dell’isola in pochi minuti.
Finito questo incredibile tour siamo tornati a Morro Jable e da qui ho voluto visitare Oasis Wildlife: bellissimo parco zoologico e botanico. Spazi immensi in un contesto meraviglioso. Animali trattati in modo eccellente, con grande cura della pulizia. All’entrata, per il modico costo di 6€, vi consiglio di acquistare il cibo che vi forniscono per giraffe, dromedari, cammelli e altri animali. Vi darà modo di vederli più da vicino e di poterli accarezzare, così da avere un’esperienza immersiva al 100%!
La sera l’ho trascorsa in riva al mare in uno dei tipici ristorantini di Morro Jable.
4° giorno: risalendo l’isola ho deciso di fare un’escursione al Barranco de las Peñitas (e arco de las Peñitas) e al Barranco de los Encantados.
Il Barranco de las Peñitas a Fuerteventura è uno dei luoghi più famosi dell’isola. Palme altissime, vegetazione e pozze di acqua colore smeraldo crescono lungo quello che era il letto di un antico fiume e rendono questo trekking davvero interessante. Proprio nel mezzo del burrone, arroccata sulle pareti rocciose di questo barranco e interamente dipinta di bianco, c’è la cappelletta della Virgen de la Peña. Questa cappella piccola e silenziosa è un luogo importantissimo per gli abitanti dell’isola. Oltre a essere un posto molto antico, si dice che qui sia apparsa la Vergine, e per questo ogni anno, il terzo sabato di settembre, molte persone dell’isola vengono qui in pellegrinaggio per pregare nella cappella la Vergine.
Posizionato su un altro percorso, molto più impervio e non segnalato, l’arco de las Peñitas. Una piccola chicca di questa zona dell’isola dove poter scattare foto molto interessanti.
Il Barranco de los Encantados è un insieme di antichi accumuli di sabbia provenienti dall’Oceano che, dopo essersi ritirato, ha lasciato esposti al vento e alle piogge andando a creare strato dopo strato nel corso dei millenni la meraviglia che oggi vediamo. Consiglio di intraprendere questo trekking con una guida se possibile, o comunque di vedere bene l’itinerario per evitare spiacevoli inconvenienti. Con questo must di Fuerteventura concludo questo breve, ma intenso viaggio.
Qui il link per la prenotazione del van. Se avete qualche dubbio scrivete direttamente al proprietario e vi darà ogni delucidazione:
Portate con voi un caricabatterie da auto con due prese così da poter ricaricare durante gli spostamenti telefoni, go pro e quello che decidete di portare. Consiglio anche una powerbank.
Portare uno zaino al posto della valigia, dato il poco spazio che avrete all’interno del van, e uno zainetto più piccolo per gli spostamenti più brevi, cosi da non dover portare sempre con voi lo zaino che avete utilizzato come valigia.
Preparate abbigliamento da trekking e scarpe adatte per le varie escursioni, oltre alla protezione solare perché qui il sole picchia davvero.
Prima di partire acquistate una saponetta che rispetti la natura per lavarvi sia capelli che corpo. C’è da sapere che quando vi fate la doccia con il doccino del van o negli stabilimenti balneari non è consentito utilizzare saponi comuni che possano in qualche modo inquinare e danneggiare l’ambiente. Sono previste multe salate se non si rispetta questo divieto.
Potete trovare tutte le informazioni sull’Oasis Wildlife qui.
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