
Siviglia low cost
Alla scoperta di Siviglia, capologuo dell’Andalusia, tra flamenco, tapas e arte influenzata dalla cultura araba.
Giorno 1: arrivo in aeroporto e ritiro auto a noleggio, direzione Corralejo. Arrivata a Corralejo ho lasciato lo zaino in appartamento e sono uscita subito a piedi alla scoperta del centro. Ho camminato senza meta tra le sue vie, goduto di un ottimo pranzo a base di tapas e rilassata un paio d’ore in spiaggia. Nel pomeriggio ho preso la macchina e sono andata a vedere una delle prime meraviglie che regala quest’isola: il Parque Natural Dunas de Corralejo, ovvero una lunga strada dritta che costeggia dune di sabbia bianca che si perdono da una parte nel mare e dall’altra fanno da sfondo a immense montagne. Quello che ho fatto è stato rallentare per poter apprezzare ancora di più il paesaggio. Al ritorno mi sono fermata e ho camminato tra le dune, goduta il silenzio, i colori e un meraviglioso tramonto.
Giorno 2: inizia il viaggio. Il secondo giorno mi sono spostata un po’ più a sud di Corralejo e la prima tappa è stata Villaverde perchè volevo vedere i tipici mulini a vento. Ho proseguito fino a La Oliva e poi sono risalita verso El Cotillo. Giro per il centro, ho visto le due spiagge più grandi, Playa del Castillo e Playa de la Escalera, adatte entrambe per gli amanti del surf. Nel pomeriggio un po’ di relax a Playa de la Concha, e dopo direzione Majanicho, un villaggio fatto di case fatiscenti rannicchiate intorno ad una baia. Qui non c’è niente, ma io mi sono innamorata di questo angolo abbandonato. Per concludere la giornata tramonto a Pop Corn Beach, una spiaggia fatta di coralli che sembrano proprio pop-corn.
Giorno 3: trekking al Calderon Hondo, uno dei vulcani di Fuerteventura. Per arrivarci ho raggiunto Lajares, proseguito per Majanicho e dopo meno di 1km sulla destra ho trovato il parcheggio e l’inizio del sentiero. 5km per raggiungere la vetta. Prima volta che scalavo un vulcano, e a parte il vento forte che ho trovato in cima, è stata un’esperienza incredibile, da non credere ai miei occhi. Il punto più alto si trova a 278mt e il suo cratere raggiunge una profondità di 70mt. Da qui c’è una meravigliosa vista a 360° su tutta l’isola.
Giorno 4: direzione centro, zona di Betancuria. Le cose da fare in questa zona sono due: visitare il piccolo paese di Betancuria, che è anche l’antica capitale, e cimentarsi in un altro trekking nel Barranco de Las Penitas. Consiglio di svegliarsi presto, raggiungere subito il Barranco, che in italiano potrebbe essere tradotto in “burrone” ma l’aspetto non è uguale, dedicare un paio d’ore a questo trekking e poi dopo raggiungere il paese. Quello che vi aspetta è un trekking in mezzo a rocce rosse, alte palme e laghetti. E’ un trekking abbastanza facile, a meno che non vogliate raggiungere l’arco de las Penitas, divenuto famoso grazie ad Instagram. La cosa si fa un po’ più complicata perché la strada per raggiungerlo non è segnalata, dovete sperare di avere un po’ di fortuna, azzeccare le rocce giuste sul quale arrampicarvi e trovare altre persone che magari salgono con voi o scendono, cosi da potervi far indicare il sentiero giusto. Io vi dico di provare, vale la pena. Dopo questo arduo trekking, ho raggiunto il paesino di Betancuria dove mi sono goduta e meritata un buon pranzo a base di pietanze tipiche canarie. Dopo pranzo ho visitato il piccolo paesino di Ajuy. Ajuy è famosa sia per la sua spiaggia nera di origine vulcanica, sia per le sue grotte che sono la formazione più antica delle Canarie. Meritano assolutamente una visita.
Giorno 5: i primi giorni ho girato come una trottola perché sono una persona che ha fame di vedere e scoprire e le cose da vedere a Fuerteventura sono molte, ma per il quinto giorno ho deciso di fermarmi per ricaricare le pile in vista degli ultimi due giorni.
Giorno 6: escursione all’Isla de Lobos, piccola isola davanti Fuerteventura. Per raggiungerla vi basterà andare al porto di Corralejo e prendere uno dei traghetti che in 15 minuti vi porterà a destinazione. La traversata ha un costo di 15€ andata e ritorno, io ho prenotato l’escursione tramite Get Your Guide. Preparatevi a camminare tanto, l’isola è talmente piccola che si gira a piedi. Sull’ isola c’è un solo ristorante che conviene prenotare subito appena si arriva, altrimenti organizzatevi per un bel pranzo al sacco e non dimenticate l’acqua.
Giorno 7: mi sono lasciata per l’ultimo giorno la visita alla cosa che per me vale da sola un viaggio a Fuerteventura, ovvero Playa de Cofete. Mi ero promessa di non andare via senza averla vista. La spiaggia si trova a sud dell’isola, ci vogliono all’incirca 2ore e 40 di macchina e gli ultimi 20km saranno completamente di strada sterrata tra dirupi, curve strette e senza alcun tipo di protezione. Quello a cui assisterete sarà un vero spettacolo della natura, potente e incontaminata. Arrivati alla spiaggia rilassatevi, godetevi lo spettacolo e gustatevi un pranzo un po’ spartano nell’unico ristorante che c’è. Se volete all’andata o al ritorno fate una sosta ad ammirare la suggestiva Playa de Sotavento, io l’ho fatto all’andata.
Giorno 8: si torna a casa.
Per noleggiare l’auto affidatevi a una delle compagnie esclusive delle Canarie come AUTOREISEN o CICAR. I prezzi sono un po’ più bassi delle compagnie classiche.
Io per 8 giorni a Dicembre ho speso 170€.
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