Una settimana alle isole Faroe

Descrizione itinerario

1° giorno: partenza da Roma con scalo a Copenaghen, dove ne ho approfittato per una visita di poche ore.
Arrivo all’aeroporto di Vagar. Ritiro dell’auto e direzione Torshavan per 2 notti. Torshavan è molto carina, soprattutto la parte antica e il porticciolo di sera con il riflesso della luna.

2° giorno direzione Saksun per il primo e leggero trekking. Circondato solo da prati, oceano e animali. Verde ovunque. Erba anche sui tetti delle case (usata per tenerle più calde). La pioggia che cade crea cascate favolose. Pecore e cavalli al pascolo nei verdi prati.
La seconda tappa della giornata è Tjornuvik. Qui abbiamo trovato un signore del posto che vendeva the, caffè e waffles preparati in casa sua, oltre a un negozietto di souvenir. Dopo esserci riscaldati un po’, abbiamo fatto un piccolo trekking per vedere il paese dall’alto. Al ritorno ci siamo fermati sulla spiaggia e da temerari abbiamo bagnato i piedi. Già solo tenerli nel bagnasciuga, credetemi, è stato difficile… e pensare che c’erano 2 ragazzini che facevano il bagno! Brividi.
Ultima tappa della giornata: Kirkjubour. Qui c’è la casa più antica, metà è adibita a museo mente l’altra metà è ancora abitata dai proprietari.

3° giorno: giro della parte antica di Torvashan, con casette da favola. Nel pomeriggio direzione Vestmanna. Tour di circa 2 ore dove è possibile vedere bellissime foche che fanno capolino dall’acqua! Siamo passati con la barca in mezzo agli archi naturali e abbiamo visto una roccia a forma di elefante. Piccolo pit stop per pausa caffè a Midvagur, altro paese bellissimo. Poi trekking alla cascata di Gasadalur. Panorama stupendo.
Non contenti, ci siamo avviati per un altro trekking al lago Leitisvatn (chiamato anche Sorvagsvatn) a picco sull’oceano. 116m sul livello del mare. Tappa obbligatoria.

4° giorno giornata dedicata alla visita di due bellissimi paesini, Leynar e Kollafjoriour, e ad un trekking presso Kaldbaksbotnur.

5° giorno: la tappa che più aspettavo del viaggio: Mykiness. L’isola dei puffins. Purtroppo causa maltempo il traghetto partiva, ma non avevamo la certezza di tornare. Sarebbe stato il male minore dal momento che i pochi abitanti dell’isola, in caso di necessità, ospitano senza problemi, ma il giorno dopo saremmo dovuti ripartire. Abbiamo ripiegato su un altro posto dove fortunatamente ce ne erano ancora un po’. Li abbiamo visti, anche se non da troppo vicino. Troppo carini.
Tappa seguente l’isola di Kalsoy. Faro di Kallur e statua della donna foca. Per arrivare all’isola bisogna prendere un traghetto e poi un autobus. Da lì un trekking di un’oretta per raggiungere il faro. In cima la vista è bellissima, ma occhio a dove mettete i piedi, il passaggio è strettino. Al ritorno fermata alla statua della donna foca. Su di lei c’è una bellissima leggenda che vi consiglio di leggere. Ritorno al traghetto e ultima cena a Klasvik.

6° giorno: bagagli già pronti per l’indomani, ma prima di partire un ultimo trekking, Cape Enniberg. La “montagna” più alta delle Faroe. 754 metri. Forse il più difficile, ma anche uno dei più belli. Se il tempo fosse stato migliore saremmo potuti salire ancora, ma la visuale sulle altre isole è stata comunque meravigliosa.

7° giorno: è il giorno della partenza. Saluto le Faroe. Arriviamo prima a Copenaghen, poi prendiamo il volo per tornare in Italia.

Ulteriori informazioni e suggerimenti

Vestirsi a cipolla! Ovviamente le temperature sono basse, ad agosto credo non abbia fatto più di 13-15 gradi. Ovviamente il tempo è instabile, può cambiare ogni 5 minuti.

Prenotate 2 giorni diversi per andare a Mykiness, nel caso di tempo brutto.

Si mangia presto. Alle 19 massimo la cucina chiude.

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